Il futuro della moda passa anche dai Fashion Lawyer. In un sistema sempre più alle prese con tutela di brand, contraffazione e tematiche sostenibili, è molta alta la richiesta di professionisti che sappiano districarsi con facilità tra le questioni giuridiche che interessano uno dei settori trainanti l’economia nazionale. I dati parlano chiaro: seconda industria in Italia e prima al mondo in termini di qualità, la moda impiega circa 600mila persone e altrettante nel terziario contando su un giro d’affari che supera gli 80 miliardi di euro (dati 2021).
«Si tratta di cifre che restano ancora al di sotto del livello del 2019, quando il fatturato ammontava a circa 100 miliardi di euro. Nell’anno appena trascorso abbiamo recuperato 16 dei 25 miliardi persi durante la pandemia». A snocciolare i numeri è Carlo Capasa, direttore della Camera Nazionale della Moda Italiana, intervenuto lunedì 10 gennaio all’inaugurazione della prima edizione del master universitario di secondo livello in Fashion e Luxury Law (MiFeLL), promosso dall’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale dell’Università Cattolica (Asgp). «Il 2021 è stato l’anno della ripartenza e nel terzo trimestre si sono registrati incrementi significativi». A fare da sfondo al dibattito, introdotto dal rettore dell’Ateneo Franco Anelli e dedicato al tema “sistema moda e ripresa economica”, l’importanza della formazione. «Tutto quello che è successo tra il 2020 e il 2021 è stata un’occasione non solo per ripensare il settore ma per avviare un’evoluzione dell’intero sistema in termini di sostenibilità e digitalizzazione». In questa grande rivoluzione che ha investito la moda un ruolo centrale rivestono anche gli “avvocati” nelle vesti di Fashion Lawyer: figure capaci di adattarsi ai cambiamenti che sta vivendo il settore e dotati di grande spirito di innovazione.
Nasce da queste premesse il master dell’Alta Scuola, un «unicum nel panorama universitario italiano» e ideato con la collaborazione della facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo e la Camera Nazionale della Moda Italiana, dopo i due anni di esperienza didattica raccolta durante le tre edizioni del corso di alta formazione in questo ambito. «Se siamo approdati a questo master è merito degli studenti che, dopo il successo dei precedenti percorsi didattici, ci hanno convinto a fare questo passaggio di qualità», ha detto Gabrio Forti, direttore dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale. La collaborazione tra Asgp e Camera Nazionale della Moda Italiana risale al 2019 con l’organizzazione dei corsi in Fashion Law ideati con lo scopo di rispondere alla domanda degli studi legali e delle aziende di moda italiane e internazionali di avvalersi di professionisti esperti di tematiche giuridiche legate a questo settore.
Del resto, ha ricordato Ida Palombella, avvocato, partner di Deloitte Legal e componente del Consiglio Direttivo del MiFeLL, «c’è una forte attenzione e sensibilità della Camera Nazionale della Moda Italiana verso la formazione delle nuove generazioni non solo di designer ma anche di avvocati». Questo perché, ha fatto eco Capasa, «sostenibilità e digitalizzazione oltre a influenzare le modalità di acquisto dei consumatori stanno modificando l’approccio alla moda». A confermarlo il Manifesto della Diversità e dell’Inclusione redatto nel 2019 con l’obiettivo di valorizzare al massimo il significativo cambiamento culturale in atto nell’industria della moda, accelerato dallo scoppio dell’emergenza sanitaria mondiale. «Le sfide poste dalla pandemia si sono trasformate in opportunità», per questo è fondamentale, ha aggiunto Capasa, di «identificare e sviluppare le migliori strategie per tutelare i brand e gli asset aziendali». Di qui la necessità della Camera Nazionale della Moda Italiana «di investire nella formazione di professionisti che a partire dal diritto della proprietà intellettuale siano in grado di proteggere il made in Italy nel mondo».
Una richiesta cui, grazie al suo «taglio interdisciplinare», risponde il master, ha spiegato Marina Di Lello, ricercatrice in Diritto penale nella facoltà di Giurisprudenza. Il programma didattico, infatti, intercetta quasi tutte le materie dei corsi di Giurisprudenza, affinché gli iscritti sappiano affrontare tutte le questioni giuridiche che attraversano la filiera della moda e del lusso: dall’ideazione dei prodotti alla loro realizzazione, dalle nuove forme di commercializzazione sostenibile alla tutela della proprietà intellettuale, dalla “difesa” dei prodotti dai fenomeni di contraffazione alla elaborazione di soluzioni per la compliance delle attività creative e manageriali alle normative fiscali, lavoristiche e penali.
Tra professionisti e laureati in Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche sono complessivamente venticinque gli iscritti a questa prima edizione che prenderà il via giovedì 20 gennaio in formula “executive”, rendendo compatibile la frequenza con lo svolgimento di attività lavorative. Diversi gli sbocchi professionali al termine del percorso di studio. Come ha dichiarato Marco Allena, docente di Diritto tributario nella facoltà di Economia e Giurisprudenza del campus di Piacenza. «Questo master formerà superesperti del fashion dal punto di vista giuridico e fiscale destinati agli uffici legali esterni ma anche interni di aziende, grandi e piccole, attive in uno dei settori industriali più innovativi e dinamici a livello mondiale».
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