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Ultimo Aggiornamento: il 24/04/2025 alle 17:34

Sud Italia: più lavoro per chi investe nell’Alta Formazione

Notizia del 13/07/2009 ore 09:17

Proseguire gli studi dopo la laurea conviene, specie se e la precarietà non fa paura e si cerca flessibilità. I tassi di occupazione di chi frequenta un dottorato o un corso post laurea finanziato dal Pon Ricerca nel Mezzogiorno sono infatti alti: l’83,3% dei dottori di ricerca e il 68,5% dei partecipanti a corsi post laurea dopo 18 mesi risulta occupato. A fronte di questo il 56% dei primi e il 62% dei secondi ha un contratto precario, e tutti godono di un buon grado di flessibilità sia in termini di organizzativi che di contenuti del lavoro.

A dirlo è l’indagine condotta dall’Isfol – Area valutazione dei programmi e delle politiche di sviluppo delle risorse umane e commissionata dal Ministero dell’istruzione e dal Ministero del lavoro. I risultati dell’indagine, raccolti nel volume “Alta formazione e occupabilità – Percorsi di transizione al lavoro nel Mezzogiorno”, sono stati presentati a Roma in occasione del Convegno "Alta formazione e occupabilità: risultati, esperienze e prospettive"

Come ha illustrato Cristina Lion dell’Isfol, che ha coordinato la ricerca, l’indagine pone due quesiti principali: in che misura il capitale umano di eccellenza riesce a inserirsi nel tessuto produttivo del Mezzogiorno? In che misura il sistema produttivo richiede e remunera le attività di ricerca e il personale qualificato? La percentuale dei dottori di ricerca occupati in azienda non risulta particolarmente alta (14%) ma è comunque incoraggiante considerando che di questi il 50% lavora nell’area R&S e il 30,4% svolge attività di ricerca. Chi invece frequenta un corso post laurea ha buone possibilità di essere inserito in azienda (47%), ma ha minori chance di essere impiegato nel settore ricerca e sviluppo (il 69% non è in R&S). 

Se dunque tra gli obiettivi del Pon Ricerca 2000-2006 c’è il miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico, gli investimenti del Miur, hanno riportato risultati positivi, come ha sottolineato Claudia Galletti – Dirigente DG Ricerca Miur “dopo aver costruito un impianto complesso volto, tra l’altro, alla formazione di alte professionalità per lo sviluppo della competitività delle imprese nel Mezzogiorno, è sembrato opportuno valutare i risultati di ciò che si stava facendo, attraverso un’indagine di placement”. All’importanza strategica del monitoraggio e della valutazione per orientare efficacemente le politiche hanno fatto anche riferimento Stefano Volpi, responsabile dell’area Isfol che ha moderato il convegno e Alessandra Tomai, Dirigente DG Pof del Mlps. Accordo anche, tra i due Ministeri, sull’opportuna collaborazione interistituzionale e sull’importanza, soprattutto in questo momento di emergenza e carenza di risorse, di non trascurare il connubio tra formazione, ricerca e imprenditorialità per favorire la competitività del sistema produttivo e dunque una reazione alla crisi. 

Il convegno, oltre a divulgare i risultati dell’indagine commissionata all’Isfol dai due Ministeri, ha teso a fare il punto sulle esperienze di Alta formazione in Italia in relazione al segmento post-laurea, sia interno al sistema universitario e dell’istruzione, sia a titolarità delle Regioni. A questo proposito, nella seconda parte del convegno, sono intervenuti esponenti del mondo accademico e istituzionale dei quali è possibile, di seguito, scaricare alcuni interventi.

La parte conclusiva del convegno ha inteso delineare un quadro delle prospettive di sviluppo dell’alta formazione, presentando gli esiti della sperimentazione dell’alto apprendistato – Sandra D’Agostino, Isfol e illustrando la dimensione regionale dell’alta formazione all’interno del periodo di programmazione 2007-2013 – Alessandro Ferrucci, Tecnostruttura. Ha concluso i lavori Giovanni Bocchieri  del MIUR che ha ribadito l’importanza, emersa in vari interventi della mattinata, di promuovere sinergie tra le istituzioni formative e le imprese specie attraverso progetti comuni e azioni concrete. In questo contesto- ha affermato Bocchieri- la valutazione gioca un ruolo essenziale nel riprogrammare e riorientare gli interventi.

Fonte:
www.isfol.it

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