Il vertice dell’Associazione disegno industriale ha incontrato il rettore Cupertino
Gli obiettivi: innovazione digitale, internazionalizzazione e tutela del made in Italy
Il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino e il presidente di Adi – Associazione per il Disegno industriale – di Puglia e Basilicata, Guido Santilio, hanno firmato, nella sede dell’amministrazione centrale dell’ateneo, un accordo di collaborazione per attività di formazione, ricerca, sviluppo tecnologico e servizi di consulenza per i professionisti, gli studiosi e le piccole e medie imprese del territorio.
L’obiettivo comune è favorire l’innovazione digitale nel settore Design e utilizzarla come acceleratore dello sviluppo e dell’internazionalizzazione di un comparto con grandi potenzialità. La convenzione prevede una serie di attività che potranno essere messe in campo, sulle tre direttrici della diffusione della cultura del progetto: tutela e rispetto della proprietà intellettuale; promozione del made in Italy.
In particolare si potranno realizzare:
- studi e ricerche congiunte, tesi di laurea, borse di studio;
- iniziative di sperimentazione e casi pilota, incluse commesse di ricerca industriale;
- consulenze tecnico-scientifiche su temi specifici e problemi attuali;
- partecipazione congiunta a programmi di ricerca nazionali e internazionali;
- tirocini per studenti e neolaureati del Politecnico;
- visite e stage didattici per studenti, conferenze, dibattiti e seminari;
- finanziamento di assegni di ricerca e borse di studio per dottorati di ricerca.
In materia di formazione, l’accordo tra Politecnico e Adi prevede anche l’organizzazione sul territorio di corsi post lauream specialistici e mirati, negli ambiti di interesse dell’Associazione per il Disegno Industriale in base alle necessità più attuali del comparto design.
«Mettiamo a disposizione le nostre conoscenze e competenze per sostenere un settore che ha tutte le caratteristiche per svolgere un ruolo importante nella ripartenza del Territorio e del Paese» commenta il rettore Cupertino. «Sostenere, accompagnare e accelerare l’innovazione tecnologica, soprattutto quella digitale – aggiunge – è una delle grandi sfide a cui siamo chiamati e di cui sentiamo particolarmente la responsabilità, come unico Politecnico del Sud Italia. Quello del Design Industriale – prosegue Cupertino – è uno dei settori trainanti dell’economia del Paese, che maggiormente ha contribuito all’affermazione del made in Italy nel mondo. La collaborazione con Adi – conclude il rettore – conferma la nostra attenzione verso le piccole e medie imprese del territorio e il desiderio di accompagnare il nostro tessuto produttivo nei processi di trasformazione per migliorarne la competitività, anche a livello internazionale. Dimostra anche – conclude il rettore – la costante attenzione del Politecnico di Bari verso le sue studentesse e i suoi studenti, perché questo accordo ci consentirà di innovare costantemente l‘offerta formativa e di migliorare ulteriormente le possibilità di realizzazione professionale dei laureati».
«Il Design, inteso come cultura del progetto, più che ossessione per l’oggetto, può rappresentare un potente veicolo di trasferimento tecnologico, facilitando i processi d’innovazione anche all’interno delle imprese di minori dimensioni o più tradizionali» commenta il presidente Adi, Santilio. «Una delle sfide – aggiunge – sarà aiutare le aziende a mettere alla prova la loro capacità di accogliere le proposte all’innovazione derivanti dall’esterno del loro perimetro aziendale senza, per questo, dover sconvolgere drasticamente i propri modelli produttivi».
L’ADI riunisce in tutta Italia progettisti, imprese, ricercatori, insegnanti, critici, giornalisti sui temi del design: progetto, consumo, riciclo, formazione. Il suo scopo è promuovere e contribuire ad attuare, senza fini di lucro, le condizioni più appropriate per la progettazione di beni e servizi, attraverso il dibattito culturale, l’intervento presso le istituzioni, la fornitura di servizi.
Il design ha raggiunto, nel 2018, le 217mila imprese attive nel settore, con l’Italia a quota 33.800 attività, che incidevano per il 15,5% dell’intero sistema del design comunitario e si colloca saldamente al primo posto per numero di imprese.
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