La transizione energetica è un percorso obbligato: servono progetti, investimenti e prospettive, ma prima di ogni cosa servono competenze. Questa riflessione è alla base della scelta di partecipare attivamente, come Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Enna “Kore” al Master “ENERGIA E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: Idrogeno.
Le nuove sfide della transizione energetica” – [ESA HYDROGEN], organizzato dal Consorzio Universitario per l’Ateneo della Sicilia Occidentale e del Bacino del Mediterraneo [UNISOM] in collaborazione con i Dipartimenti di Ingegneria di tutte le università siciliane.
L’approccio alla transizione energetica è necessariamente multidisciplinare e per questo motivo è importante la partecipazione alla realizzazione di questo master di enti come CNR-ITAE, ENEA e i VVF Regione Sicilia e anche aziende del calibro di STMicroelectronics, ENI, Axegas, SASOL Italy, FCMe Circumetnea, ISAB Goi Energy, Sonatrach. Uno sguardo al futuro che è anche una risposta ad un’esigenza molto presente. Il nostro Paese, nel quadro della Missione Transizione e mobilità sostenibile del PNRR, ha stanziato circa 3,6 miliardi di euro per promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno. Lo sviluppo delle diverse filiere dell’idrogeno verde e l’installazione delle relative tecnologie (Fuel Cells, elettrolizzatori e infrastrutture collegate) presuppone la creazione di moltissimi posti di lavoro diretti e indiretti. L’Unione Europea progetta di investire, nei prossimi anni, da un minimo di 15 miliardi a un massimo di 130 miliardi; secondo uno studio di Hydrogen Europe questo genererebbe da 250 mila a 1 milione e mezzo di posti di lavoro stabili e altamente qualificati. Sulla stessa linea un altro studio effettuato, dal think tank Climate Champions dell’International Hydrogen Council, che certifica come «un mondo alimentato da energie potrebbe contare sulla creazione di milioni di nuovi posti di lavoro che non sarebbero mai stati creati dalle fonti energetiche tradizionali di origine fossile». In questa prospettiva l’idrogeno potrebbe generare fino a 30 milioni di posti di lavoro entro il 2050 e il mercato dell’idrogeno che potrebbe raggiungere i 2.500 miliardi di dollari annuali aggiuntivi rispetto all’economia mondiale.
Il percorso è obbligato, lo abbiamo detto, ma è anche già avviato: ci si attende una forte richiesta di occupazione su questo versante ed è il momento di rispondere a questa esigenza con una formazione di alto livello, come quella proposta dal master Esa Hydrogen di UNISOM, che mette intorno allo stesso tavolo le università e le aziende, il mondo accademico ed i settori produttivi per iniziare a disegnare il futuro e formare la classe dirigente che dovrà gestirlo.
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